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Castello di Capriolo – Capriolo Bs
Luogo Categoria: Castelli
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Epoca: IX-X secolo secolo.
Posizione geografica: il paese sorge ai piedi delle ultime colline ad ovest del capoluogo, sulla sponda sinistra dell’Oglio, pochi chilometri a valle dell’emissione del lago d’Iseo, tra fiume e pedici del monte Alto.
Conservazione: buono.
Come arrivarci: dall’autostrada A4 si esce al Palazzolo sull’Oglio e si seguono le indicazioni per Iseo, imboccando la SS 469. Dal casello autostradale a Capriolo si devono percorrere circa quattro chilometri.
Come visitarlo: dal centro del borgo si sale fino alla cima della collina su cui sorge il castello.
Cenni storici.
Il luogo dove è ubicato il castello fa supporre che esso sia sorto sulle vestigia di un precedente castelliere preistorico. Sicuramente il sito era conosciuto dai romani. Il borgo, il cui nome potrebbe derivare da “capreulus” (capriolo) oppure dal casato dei Caprioli, viene citato per la prima volta in un documento datato 879.
Il castello fu edificato a cavallo fra IX e X secolo per essere poi dato in feudo alla famiglia Lantieri di Paratico. Insieme ai suoi omologhi di Muzziga, Palazzolo sull’Oglio, Paratico e Venzago, costituì una delle fortezze-caposaldo delle sanguinose lotte feudali a lungo protrattesi fra bergamaschi e bresciani per la conquista delle acque del fiume. Una pausa in cui il paese e tutta la zona ebbero la pace iniziò nel 1198 proprio a Capriolo, dove il 20 agosto venne stipulato un accordo di non belligeranza fra le due parti in guerra. Poco dopo però le battaglie ripresero ed il castello entrò a far parte del sistema difensivo bresciano. Per la sua posizione strategica, l’edificio rappresentava un baluardo sulla Valcalèpio, sulle colline di Paràtico e sulla pianura di Palazzolo.
Dopo un lungo assedio il castello venne conquistato intorno al 1250 dal conte di Fiandra. Come rappresaglia all’impiccagione di uno dei suoi soldati, costui ordinò la strage degli abitanti e del presidio. Fra i superstiti vi erano Lotterengo De Goziis e Ughetto Obrese. I due, rifugiatisi a Brescia diedero origine alla famiglia Caprioli.
Nel 1256, quando dominò Filippo Della Torre, l’abitato di Capriolo si alleò con le milizie degli altri castelli della zona e offrirono il comando ad Oberto Pallavicini di Cremona, allora capo dei ghibellini lombardi. Il Pallavicini, dopo avere riunito forze armate in vari castelli della Franciacorta, mosse contro le truppe francesi di Carlo I. La battaglia infuriò specialmente sotto il castello di Capriolo. I ghibellini, non contenti della vittoria e forse per dimostrare la loro superiorità, appiccarono le fiamme al castello. L’esercito francese allora centuplicò la propria forza e fece strage di militari e civili. Dopo questi fatti Capriolo entrò a far parte della “quadra” palazzolese e, nel 1268, il castello fu sottoposto per mesi all’assedio dei Della Torre. Alla fine riuscirono ad occuparlo. Nel 1438 i veneziani lo persero ad opera del Piccinino ma lo riconquistarono tre anni più tardi.
Le truppe svizzere si stanziarono qui durante la guerra tra Francesi e Spagnoli. Nel 1516 Capriolo si trovò in mano all’esercito francese del Lautrech. Nel 1521 gli abitanti, avvertito l’incalzare delle truppe di Prospero Colonna, furono costretti a rifugisrsi sulle montagne. Otto anni dopo decisero di ribellarsi alle angherie degli imperiali e gettarono numerosi soldati in un burrone. Non si sa se vi fu rappresaglia da parte dei militari del re.
Nel 1610 il Da Lezze descrive la rocca come «derocata, antiqua e destrutta con le sue muraglie». La quale fu ceduta verso la fine del XVII secolo alle suore dell’isola delle Grazie di Venezia, che qui si trasferirono dimorarando poi nel convento eretto nel 1692. Nel 1812 il luogo di preghiera passò alle monache Orsoline.
Da registrare che anche a Capriolo, come in tutta la zona, il periodo di dominazione veneziana corrispose ad un periodo di pace. Purtroppo gli abitanti furono colpiti da epidemie e da gravi crisi economiche. Pace vi fu anche durante il dominio austriaco.
Interessante la salita in ambiente medievale alla rocca ora trasformata in convento. Dal piazzale splendida vista sulla pianura e le prime colline.
a cura di Stefano Favero www.mondiedievali.net
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